Mi chiamo Andrea, sono affetto da colite eosinofila. Il tutto è iniziato circa 3 anni fa. Da allora la mia vita è cambiata. Non sono mai andato in remissione e non mi ricordo nemmeno come si stia, quando si sta davvero bene. Ho dovuto abbandonare gli sport che praticavo, tra i quali la mia più grande passione, le arti marziali; ho dovuto imparare a dire di no a molte cose, ho dovuto imparare a sfogarmi in altri modi, a convivere con questo ‘buco nero’, quella regione di spazio caratterizzata da una tale forza gravitazionale che risucchia ogni mia energia, fisica e mentale. Per fortuna al mio fianco ho una famiglia ed una compagna che mi capiscono e mi sostengono; per fortuna ho la fotografia, passione cresciuta assieme a questa malattia, ora talmente radicata in me che mi permette di dimenticare i miei disagi, in quel momento in cui scatto, in cui il processo creativo è in atto nella mia testa. Il tutto iniziò con questa fotografia:
L’avevo intitolata, al tempo: ‘Don’t wanna see what’s happening inside me’. Non è un messaggio suicida al contrario di quanto può sembrare dalla foto in sé ma vuole rappresentare una presa di coscienza, il fatto di non voler vedere o rendersi conto di quello che sta succedendo dentro di sé. Chiudendomi a riccio (leggi chiudendomi ai miei amici, conoscenti, parenti etc..) quasi come per difendermi da quel treno (la malattia) che inesorabilmente avanza. Incapace di alzarmi per evitarlo, abbattuto e senza forze, con flebili speranze, senza lumi da seguire non posso fare altro se non farmi travolgere, a meno di trovare una mano che prenda la mia e mi accompagni in questo percorso, aiutandomi ad alzarmi da quei binari.
Con il tempo ho capito che la malattia fa parte di me e trovare il modo migliore per conviverci è quello che ogni giorno mi devo impegnare a fare. Sto lottando, mi sento come su di un ring, nel pieno di un combattimento. A volte sono in difficoltà e demoralizzato ma continuo ad incassare e non mollo. Qualcuno è in vantaggio, qualcuno ha vinto, altri sono in vantaggio o svantaggio punti ma tutti abbiamo un risultato, anche se minimo, scritto sul nostro tabellone.
L’importante è cogliere sempre quel raggio di luce che sta in ogni piccola cosa, che ci può dare una nuova forza per affrontare il prossimo round che verrà. Perché, in realtà, siamo molto più forti di quanto pensiamo e tutti abbiamo dentro di noi un coraggio che cresce, di fronte alle avversità. Questa è la mia battaglia, ognuno di noi ha la propria.
Andrea, colite eosinofila
La forza in queste storie è quella di dire agli altri invisibili ancora non rivelati che non sono/siamo soli.
Riuscire a guardarsi dentro gli occhi di un altro e fare capolino alla vita.
Perché essere forti è tutto quello che ci resta.